I Calabri Vagantes

L'idea della rete

 

L’idea di creare una rete che metta in contatto calabresi sparsi nel mondo nacque nel Novembre 2018 dalle discussioni di docenti venuti a Reggio Calabria per insegnare in un corso di Genetica Medica focalizzato su un gruppo di malattie genetiche più frequenti nella Calabria greca che in altre parti d’Italia (dette Immuno Deficienze Primarie = IDP).

Successive riunioni e discussioni si svolsero sempre a Reggio con molti partecipanti (anche non medici), alcuni dei quali in collegamento skype come il Prof. Franco Marincola da Menlo Park (California) e il Prof. Antonio Condino-Neto da San Paolo del Brasile.

Le riflessioni del Prof. Domenico Minuto (Reggio Cal.) sintetizzarono perfettamente il significato della riunione fondatrice del 18 Luglio 2019.

La pandemia di Covid 19 scoppiata all’inizio nel 2020 ha rallentato la realizzazione del progetto che però nel frattempo si è arricchito di nuovi progetti.

 

L’incontro del 18.07.19 dei Calabri Vagantes a Reggio è stato ricco di testimonianze che mi hanno suscitato molte riflessioni.

Desidero qui indicarne alcune, non perché ritengo che siano senz’altro utili, ma per collaborare.

La felicissima idea di contattare professionisti di valore sparsi nel mondo, calabresi di nascita e nell’affetto, per farli dialogare fra loro e con noi residenti in Calabria, può conseguire risultati profondamente proficui.

Il primo è ovvio, la celebrazione dell’amore per la terra madre che produce non soltanto nostalgia, ma arte, letteratura e saggezza nuova.

Un altro risultato è la possibilità di avvalersi della competenza a livello internazionale di questi professionisti come consulenza per affrontare problemi sia personali sia collettivi di chi risiede nella terra madre.

La circostanza che per ora i contatti avvengano in campo medico, dato l’impegno professionale di chi ha concepito l’idea dei Calabri Vagantes, rende particolarmente richiesta e apprezzabile questa occasione.

I suoi benefici, tuttavia, sono estendibili a tutti i campi professionali al fine di svecchiare le idee e le conoscenze dei professionisti residenti, aiutarle ad affacciarsi su un panorama mondiale e a trasformare in senso positivo anche le valutazioni che noi residenti abbiamo della società in cui viviamo.

E qui mi si affaccia la previsione di un terzo risultato, che ritengo particolarmente importante ed essenziale.

Io credo che noi calabresi abbiamo ereditato da un’esperienza plurisecolare una mentalità di servizio, a parte gli albanesi di Calabria che hanno conservato la fierezza di un popolo eroico.

Questa mentalità ci rende non una vera società di cittadini, ma piuttosto una massa di sudditi.

Le classi dominanti su questa massa, cioè i potenti di turno, dai baroni ai burocrati ai mafiosi, e oggi, soprattutto, i professionisti e i politici, sono i maestri esemplari e le guide delle classi che sono subalterne per scarsezza di conoscenze e di prestigio sociale.

Se le guide predicano onestà, pur non praticandola, le classi subalterne rispettano l’onestà, come attesta la storia del nostro popolo almeno fino a quando ebbe vigore la sua tradizione culturale.

Se, come succede oggi, le guide si immergono nella zona grigia di collusioni con tutto ciò che è moralmente detestabile, questo comportamento si estende come una peste sociale.

Ma i professionisti che si sono affermati per le loro capacità intellettuali in tutto il mondo, offrono un grande esempio di integrità professionale e possono pertanto con il loro prestigio contribuire a depurare la società calabrese dai tanti mali che oggi la rendono per diversi aspetti detestabile e a diffondere nuovamente nell’animo dei calabresi quel desiderio di onestà, schiettezza e laboriosità che avvalorava la nostra più genuina tradizione popolare e oggi sembra spaventosamente offuscato.

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Domenico Minuto